La ragazza dal fazzoletto rosso by Činghiz Ajtmatov

La ragazza dal fazzoletto rosso by Činghiz Ajtmatov

autore:Činghiz Ajtmatov [Ajtmatov, Činghiz]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marcos y Marcos
pubblicato: 2022-03-15T23:00:00+00:00


Appena giunto, decisi di andare subito verso l’ail.

Seduto nel cassone di un camion qualsiasi, cercavo di non pensare a niente. Ero spaventato e felice a un tempo. Quel camion stava percorrendo il tragitto del nostro primo incontro, la strada della steppa pedemonte, che ormai non era più un piccolo sentiero, ma una strada vera, con il suo manto di ghiaia, i suoi ponti di cemento e i suoi cartelli segnaletici. Sentii un velo di nostalgia per quel vecchio sentiero in mezzo alla steppa. Non riconobbi il guado dell’aryk dove un giorno il mio camion si era arenato e non ritrovai il masso su cui l’avevo vista seduta.

Poco prima dell’ail picchiai sul tettuccio della cabina.

“Cosa c’è?” si sporse il camionista.

“Frena. Scendo qui”.

“In mezzo ai campi? Tra un po’ siamo arrivati”.

“Grazie lo stesso, è qui vicino”. Saltai di sotto. “Farò due passi a piedi” dissi allungandogli dei soldi.

“Lascia stare! Dai nostri non si accetta denaro”.

“Avanti, prendili… Mica ce l’ho scritto in fronte”.

“Si capisce dal modo di fare”.

“Allora, se la metti così… Stammi bene!”

Il camion partì. Rimasi in mezzo alla strada, non riuscivo a farmi coraggio. Accesi una sigaretta, al riparo dal vento. La portai alla bocca, le dita mi tremavano. Dopo qualche tiro pestai il mozzicone e mi incamminai. “Eccoti arrivato…” borbottai. Il cuore batteva così forte che mi assordava, era come se un grosso martello mi stesse percuotendo il cranio.

L’ail non era più lo stesso. Si era ingrandito, c’erano parecchie case nuove, con i tetti coperti di ardesia. I fili elettrici correvano paralleli alle strade e un altoparlante gracchiava da un palo vicino alla direzione del kolchoz. Dei ragazzini correvano a scuola. I più grandi si accalcarono intorno a un giovane insegnante e cominciarono a discutere animatamente. Magari tra loro c’erano anche quelli che un giorno mi avevano tirato i sassi e i legnetti… Il tempo passa, corre senza posa…

Affrettai il passo. Ecco il cortile, i salici e il duval. Mi fermai a riprendere fiato. Scosso da brividi di paura mi diressi a passi incerti verso la porticina del cortile. Bussai. Ne uscì una ragazzina con la cartella. Quella che una volta mi aveva fatto la linguaccia, oggi era una scolaretta. E correva a lezione. Mi squadrò con aria diffidente: “Non c’è nessuno”.

“Nessuno?”

“Apa è andata all’azienda forestale. Papà è all’autobotte, dove stanno i trattori”.

“E Asel’, dov’è?” le chiesi timoroso e sentii che la bocca era diventata asciutta.

“Asel’?” chiese stupita. “Se n’è andata tanto tempo fa…”

“E non torna mai?”

“Una volta all’anno, insieme con il nostro džezde21.Apa dice sempre che è un brav’uomo…”

Non chiesi altro. La ragazzina corse via e io tornai sui miei passi.

Quella notizia mi aveva scosso al punto che all’improvviso tutto mi divenne indifferente. Quando, dove e con chi si è risposata? E che t’importa? L’idea che potesse trovare un altro non mi aveva mai sfiorato. E invece doveva succedere. Doveva forse starsene lì ad aspettare che io facessi: eccomi qua?

Mi incamminai senza aspettare un passaggio.

Eh già, sotto i miei piedi la strada era proprio cambiata: ben battuta, cosparsa di



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